Ogni mese un critico racconta un capolavoro e le sue incisioni più belle. Ecco la storia dei Carmina Burana, ascoltati da Massimo Rolando Zegna
A lungo conosciuti quasi esclusivamente attraverso la gustosa rivisitazione effettuata da Carl Orff negli anni ’30 del ‘900, i Carmina Burana costituiscono una delle più interessanti fonti poetico-musicali del Medioevo. Il codice fu redatto in massima parte attorno al 1230. Nacque probabilmente in una corte periferica collocata sul confine fra Austria e Italia, nell’ambito di una tradizione musicale più propensa a essere tramandata per via orale che non attraverso la pagina scritta. Proveniente dall’abbazia benedettina di Benediktbeuern presso Bad Tölz, è conservato nella Biblioteca Nazionale di Baviera a Monaco.
La storia
Il titolo fu concepito in occasione della prima edizione a stampa integrale (1847). Significa, semplicemente, “poesie di Benediktbeuern”. Secondo un preciso piano strutturale, i 112 fogli di pergamena (più gli altri 7 del Fragmenta Burana che appartenevano in origine allo stesso manoscritto, individuati solo nel 1901) organizzano in sezioni tematiche più di 300 testi. Per la maggior parte sono scritti in latino. Sono stati composti in area inglese e franco-germanica fra la seconda metà del XII e l’inizio del XIII secolo.
I carmina
Ci sono poesie d’amore e sulla primavera (la parte più ampia), altre di taverna e blasfeme; altre ancora di carattere satirico e morale. E poi canti di avidità senza misura, invettive e celebri parodie che volentieri fanno ricorso ad associazioni mentali religiose. Il codice è decorato con otto miniature. Una trentina di poesie è inoltre munita di notazione musicale. Oggi illeggibile, è ricostruibile attraverso una serrata comparazione con altre fonti di poco posteriori.
Melodie di grande bellezza e vitalità. Alcune sono raffinate, altre semplici e popolari; ci sono canti strofici senza grandi pretese e grandi forme in stile di Sequenza molto ramificate. La tendenza è comunque quella di far interagire in maniera unica il canto gregoriano, la Sequenza, l’arte popolare e quella dei Trovatori, dei Trovieri e dei Minnesänger.
Le migliori registrazioni
Thomas Binkley (1964)
Nell’incisione tosta e concentrata realizzata per Telefunken (1964) dallo Studio der Frühen Musik di Thomas Binkley si coniugano in maniera memorabile l’intuizione, il rigore, la conoscenza musicologica, il virtuosismo tecnico, la chiarezza nell’intonazione dei testi, la fantasiosa visione di un’ambientazione sonora; ma ancor più la tensione drammatica ed espressiva, oltre all’idea di un Medioevo dotto e importante. Lo fa con poche voci e pochi strumenti tesi a sottolineare in modo spoglio il lato più concettuale e introspettivo della cultura musicale del tempo.
La versione di René Clemencic (1977)
Nella prima registrazione integrale dei Carmina Burana, realizzata per Harmonia Mundi, tra il 1974 e il 1977, alla guida del Clemencic Consort, René Clemencic propone un quadro composito e vivido della società medievale e della sua musica, in cui l’elemento sonoro e quello poetico acquistano un’eccezionale forza d’urto sull’ascoltatore. Lo fa lavorando in maniera inedita sulla ritmica e sulle dinamiche; trae suggestioni sonore dalla musica etnica e dal patrimonio orale; fa ricorso all’improvvisazione e a uno strumentario intercontinentale di una ricchezza di timbri per il tempo incredibile.
Clemencic fa pronunciare il latino in maniera italiana, francese, spagnola o tedesca; All’occorrenza, adotta un uso crudo, quasi violento della voce che evoca antichi cantori: incolti, sgraziati, ma istintivamente intonati. Indimenticabile quella brutale e terragna di René Zosso. Una voce dura, che con il suo nitido realismo fa rivivere l’anima polemica ed errante di un tremendo e assieme poetico cantastorie.
Con rumori, imprecazioni, urla grottesche e suoni sguaiati, attingendo al repertorio tradizionale sacro e mettendolo in parodia, Clemencic ricostruisce anche la Messa dei giocatori d’azzardo; per questa immagina una partita di dadi in una caverna abitata dalle attività losche di usurai e truffatori.