La città di Bari si appresta a celebrare il bicentenario della nascita del compositore Nicola De Giosa, nato nel capoluogo pugliese il 3 maggio 1819, attraverso un progetto artistico e culturale ben strutturato, volto a colmare un vuoto protrattosi inspiegabilmente per lungo tempo e a far luce sul musicista che nella storia dell’Ottocento musicale barese (e non solo) è stato importante quanto Piccinni nel Settecento. L’evento nasce su iniziativa del Comitato Promotore per le celebrazioni del bicentenario presieduto da Roberto Mattoni, studioso e consulente artistico teatrale e televisivo e composto da musicologi e professori ricercatori quali Pierfranco Moliterni, Lorenzo Mattei, Maria Grazia Melucci, Nicola Scardicchio (cui si affiancano Angelo Pascual De Marzo dell’associazione “I luoghi della musica” e Massimo Gelao in veste di art director specialista in comunicazione e immagine), con la collaborazione di diversi enti e istituzioni musicali del territorio (Regione Puglia, Comune di Bari, Università degli studi “Aldo Moro”, Conservatorio di Musica “Niccolò Piccinni”, Camera di Commercio, Biblioteca Nazionale e Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari).
Il progetto pone al centro l’esigenza di rivalutare la figura del compositore e di collocarla a pieno titolo nella storia culturale del capoluogo pugliese. Tuttavia, va anche detto che De Giosa non ha una dimensione storica solo locale in quanto è stato un importante protagonista della scena musicale napoletana del suo tempo, un compositore e operista il cui segno ha brillato con più padronanza nel genere buffo, senza però trascurare l’opera seria, nel genere della romanza da salotto e della canzone napoletana lasciando una copiosa produzione; è stato, altresì, un valentissimo direttore d’orchestra della seconda metà dell’Ottocento. Eppure non è conosciuto come meriterebbe. La sua musica non è stata finora sufficientemente indagata e le celebrazioni del bicentenario potrebbero offrire in tal senso l’occasione per dare al progetto continuità nel tempo attraverso studi curati sotto il profilo scientifico e finalizzati all’approfondimento della ricostruzione dell’aspetto musicologico del compositore. Dopotutto la maggior parte delle notizie su De Giosa risalgono alle cronache del tempo e che il suo nome ancora oggi resta legato quasi esclusivamente all’opera buffa “Don Checco” (1850). Il titolo fu proposto dal Festival della Valle d’Itria nel 2015, dopo aver reso omaggio al compositore già nell’edizione 1996 con il concerto “Omaggio a Napoli” (nel quale furono eseguite melodie napoletane dai cicli “A stella mia”, “Serenata di Margellina”, “Grotta azzurra” e due brani tratti dall’opera “Napoli di Carnovale”), e nell’edizione 1997 con l’esecuzione della Messa da Requiem in memoria di Gaetano Donizetti, suo affezionato e stimato maestro del quale fu allievo prediletto; a novembre 2018 Don Checco è tornato in scena al Teatro Politeama di Napoli, nell’ambito della stagione d’opera del Teatro San Carlo.
Nella carriera artistica di De Giosa non mancarono dissapori con musicisti coevi, che probabilmente non giovarono al suo talento. Le biografie ricordano in particolare quelli con Mercadante, negli anni della formazione a Napoli, e con Verdi che negò al maestro barese la possibilità di dirigere la “premiere” di Aida al Cairo. Un diniego scaturito da un contrasto fra i due sulla questione del diapason che, tuttavia, nel merito vide prevalere la teoria di De Giosa su quella di Verdi.
Il calendario celebrativo prevede tre eventi: una mostra, un convegno e un concerto lirico, strettamente correlati e volti a tratteggiare la personalità del musicista sotto il profilo umano e artistico. Si inizia il 30 aprile con l’inaugurazione della mostra espositiva “Nicola De Giosa e il genio musicale di Puglia”, allestita alla Biblioteca Nazionale di Bari. La mostra sarà visitabile fino al 31 maggio 2019 ed esporrà i manoscritti del Fondo De Giosa, donati dalla famiglia alla Biblioteca Nazionale nel 1936, oltre a una ricca documentazione di partiture autografe di opere, romanze e musica sacra. Al fine di coinvolgere i visitatori meno esperti, l’esposizione sarà arricchita da figurini di personaggi disegnati per le opere del compositore, provenienti dalla collezione dei “Figurini per i reali teatri di Napoli” del Conservatorio San Pietro a Maiella. Per la prima volta sarà divulgato il ritratto esposto nella Sala Massari del Comune di Bari, realizzato da un artista barese poco prima della sua morte, che ritrae un De Giosa sofferente e provato. Notizie e curiosità sull’opera saranno rivelate in occasione dell’inaugurazione della mostra.
Il 3 maggio, giorno del bicentenario, nel Salone degli Affreschi dell’Università di Bari si svolgerà il convegno nazionale di studi “Nicola De Giosa: non solo Don Checco” introdotto da Roberto Mattoni che illustrerà il progetto e i motivi della riscoperta del compositore. Nella prima sessione presieduta da Dinko Fabris, ad illustrare studi e approfondimenti sul musicista, si alterneranno Roberto Mattoni, Pierfranco Moliterni, Antonio Caroccia, Cesare Corsi, Maria Grazia Melucci; Emanuele D’Angelo, Giovanni Tribuzio, Angelo Inglese, Fulvio Stefano Lo Presti nella seconda sessione presieduta da Lorenzo Mattei. In coda agli interventi seguiranno comunicazioni di Paola Ciarlantini, Antonio Di Lella e Marianna Capozza.
Il 17 maggio, il Foyer del Teatro Petruzzelli ospiterà un concerto lirico con le giovani cantanti Dayana H. Lorente e Donatella De Luca accompagnate al pianoforte da Selim Maharez e la partecipazione di Domenico Colaianni, interprete indiscusso di Don Checco negli allestimenti scenici sopra detti. Altre iniziative sono in via di definizione fra cui il concerto lirico sinfonico “Omaggio a De Giosa” che a fine anno concluderà le celebrazioni.
Nicola De Giosa morì nella sua città natale nel 1885. I segni commemorativi della città si riscontrano nel Foyer del teatro Petruzzelli (che avrebbe dovuto portare il suo nome) dove è collocata una statua del compositore; nella via De Giosa (intitolata al maestro ancora vivente) dove il Comune apporrà una nuova targa toponomastica che riporterà anche lo stemma delle celebrazioni e le date esatte di nascita e morte del musicista.