Alla scoperta della ‘Ndrezzata: una delle più antiche tradizioni di Ischia

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La ‘Ndrezzata rappresenta oggi una delle più antiche tradizioni di Ischia e la sua origine sfuma nei tempi più remoti.

Secondo diversi abitanti dell’isola, per avere notizie riguardanti la sua nascita è necessario risalire al tempo dei greci, i primi a insediarsi sulla costa e fondatori della colonia di Pithecusa. Tuttavia, questa danza è saldamente legata a una precisa località collinare: Buonopane, una frazione di Barano d’Ischia. Nel villaggio, gli uomini tramandano i passi di questo ballo di padre in figlio ormai da secoli, così come le parole del canto che l’accompagna.

Sono diciotto danzatori (metà vestiti con una giubba di colore rosso, a rappresentare gli uomini, l’altra metà indossando il verde, a rappresentare le donne) e quattro suonatori a dare vita alla ‘Ndrezzata: il ballo si divide in tre tempi, chiamati sfilatapredica e danza, mentre la musica prende vita dalle percussioni di due tamorre e dalle melodie di due clarini. Ciascun danzatore tiene ben saldo nella mano destra un mazzariello (ovvero un bastone) e nella sinistra una spada di legno. Appena concluse sfilata e predica, una narrazione epica in dialetto ischitano che narra di amore, saraceni e lavoro nelle campagne, e secondo i comandi di un “caporale”, ogni partecipante scocca con tali strumenti diversi fendenti verso gli altri, secondo tecnica e precisione affinate nel corso di anni di allenamento. E, dall’intreccio di passi e figure originato, deriva il nome stesso di ‘Ndrezzata, che può essere tradotta infatti come “intrecciata”. Canto e danza si svolgono per una decina di minuti, solo all’apparenza un tempo breve proprio per la complessità dell’esecuzione.

Per poter osservare questa tradizione, una delle più autentiche del folklore ischitano, è necessario aggirarsi sull’isola negli unici due giorni dell’anno in cui viene rappresentata: il lunedì dell’Angelo e il 24 giugno, giorno di San Giovanni Battista, santo a cui è dedicata proprio la chiesa di Buonopane.

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