Il Teatro Comunale è in prima fila nell’offrire un ventaglio di concerti e tra il 18 ed il 24 luglio ha aperto le sue porte e si è spostato nella adiacente piazza Verdi per proporre alcuni interessanti programmi eseguiti da eccellenti esecutori.
Bolognesi, turisti ed amatori hanno mostrato il proprio apprezzamento per gli eventi proposti ed hanno riempito piazzo Verdi per il concerto del 18 luglio che ha visto protagonisti gli archi solisti dell’Orchestra insieme al pianista Alexander Romanovsky. Intrigante, ma al tempo stesso interessante il programma della serata, che si è aperta con il Concerto per pianoforte n. 1 di Dmitrij Šostakovič in una trascrizione per archi, tromba e pianoforte. Pezzo impegnativo, il concerto ha subito messo in luce le grandi qualità di Romanovsky e rivelato i preziosi contrappunti ed i giochi di richiami presenti nella partitura e sottolineati dalla dimensione cameristica.
A seguire un’originale trascrizione per pianoforte ed archi della Rapsody in blue di George Gershwin, che ha presentato sotto una luce inedita il pezzo: il brano noto per le sue movenze jazzistiche, nato da un’improvvisazione e pensato per essere originariamente accompagnato da una big band, subisce un’affascinante metamorfosi che vede enfatizzate le sonorità cameristiche degli archi concertanti e ne tempera i toni e le angolosità come in un suggestivo acquarello. Ha concluso la serata l’esecuzione di alcuni tanghi di Astor Piazzolla, un’appendice che pur adeguandosi alla situazione ed al numeroso e variegato pubblico presente, si è dimostrata piuttosto deludente nella resa.
Degna di lode la performance dei cameristi del Comunale, la cui sensibilità e disinvoltura ha incontrato la verve e l’agilità di un magnifico Alexander Romanovsky, che ha dimostrato il meglio di sé nell’esecuzione del concerto di Šostakovič. Pagina cangiante ricca di esuberanza, il concerto per pianoforte, tromba ed archi da oltre 90 anni continua a deliziare le platee di tutto il mondo accostando il virtuosismo ed i serrati dialoghi solista/archi del primo movimento al lirismo del secondo movimento ed al dirompente humour dell’ultimo tempo. Non mancano le citazioni, a cominciare da quella del primo tema dell’Appassionata di Beethoven, a quelle di sapore popolareggiante, fino all’auto-imprestito del beffeggiante tema di fanfara del quarto movimento, affidato alla tromba di Ulrich Breddermann.
La città ha premiato l’iniziativa a riconferma dell’amore per gli eventi musicali del vasto e partecipe pubblico cittadino, che ha riempito piazza Verdi e le terrazze del Teatro, rese disponibili per godere i concerti da una postazione sopraelevata.