In prima fila e dietro le quinte restando a casa: la collaborazione Teatro alla Scala e Google Arts & Culture

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Se, come affermava qualche giorno addietro il sovrintendente Dominique Meyer «il distanziamento sociale in un teatro come la Scala è impossibile», prospettando una probabile riapertura non prima di settembre, d’altra parte l’opportunità di un “avvicinamento virtuale” si è da subito rivelata una sfida stimolante. L’offerta messa in campo dal Teatro milanese tuttavia non si limita al cospicuo palinsesto di spettacoli già da alcune settimane disponibili in streaming su RaiPlay e Rai5, ma propone, da qualche giorno, modalità di fruizione totalmente immersive.
Grazie a un accordo tra il Teatro alla Scala e Google Arts & Culture, dal 7 maggio scorso, infatti è possibile collegarsi gratuitamente da qualunque parte del mondo alla pagina dedicata  e, grazie alla tecnologia di StreetView, andare a passeggio nel parterre della Scala, dietro le quinte, sul palco o nella buca degli orchestrali: in breve, muoversi indisturbati in tutti gli spazi del Teatro, Laboratori Ansaldo inclusi (20.000 mq destinati a falegnameria, officina meccanica, sartoria… e tutte le attività artigianali per la realizzazione di scene e costumi, oltre agli spazi per le prove di regia).

Per l’inaugurazione del progetto, sei solisti stellari, Luca Salsi, Krassimira Stoyanova, Francesco Meli, Dmitrij Beloselskij, Dalibor Jenis e Andrea Mastroni, si sono uniti – virtualmente – al Coro e all’Orchestra della Scala per l’esecuzione di un concertato tratto dal finale del primo atto del Simon Boccanegra di Verdi, «storia di unità e resilienza popolare», come recitano i sottotitoli del video: 92 artisti, tra solisti, coristi e strumentisti, provenienti da cinque paesi hanno cosi realizzato la prima performance operistica della Scala ai tempi della quarantena, ascoltabile sul canale YouTube del Teatro alla Scala.

L’offerta sulla piattaforma è ulteriormente arricchita da ben 42 virtual exhibitions, che offrono uno spaccato sui tesori del Museo Teatrale, bozzetti di scena, locandine, figurini, manoscritti, ritrattistica, grandi direttori d’orchestra, costumi dei migliori stilisti… ben 259.000 immagini dell’Archivio del Teatro digitalizzate ad altissima definizione, accompagnate da guide vocali e didascalie.
Art Camera, strumento messo a punto dal Google Cultural Institute, consente l’esplorazione fin nel minimo particolare. La sua tecnologia si avvale di un laser per la messa a fuoco, un sonar per la misura delle distanze e un accelerometro per la prevenzione di vibrazioni, attraverso cui vengono catturate centinaia di foto in HD, poi “ricomposte” in una giga-immagine, resa disponibile online … e voilà, la realtà aumentata è a disposizione, rappresentazione “più reale del reale” dove neppure il più infinitesimo dei dettagli, magari trascurabile a occhio nudo, può andare perso: sempre, ovunque e gratis.

L’obiettivo di Google Arts & Culture, del resto, è straordinariamente ambizioso e apre orizzonti inediti in favore di arte e cultura, sempre più universali e accessibili: a oggi 2.000 istituzioni di oltre 80 Paesi nel mondo hanno aperto la strada a una maggiore condivisione dei loro patrimoni, con 6 milioni di “oggetti digitali” e più di 500 milioni di consultazioni mensili. E la Scala, “brand” musicale universalmente noto è il primo teatro d’opera al mondo con il quale il colosso statunitense ha avviato questo tipo di collaborazione, “work in progress” che durerà e si amplierà anche dopo che il teatro avrà potuto riaprire le sue porte e rialzare il sipario.

Info: artsandculture.google.com/project/la-scala-theatre

Silvia Del Zoppo

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