“La via d’uscita” dal lockdown dell’Orchestra Filarmonica di Torino

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«Guardiamo nello spazio aperto, / cerchiamo ciò che è nostro, per quanto lontano». In tempi di lockdown questi immortali versi di Friedrich Hölderlin (Pane e vino, vv. 41-42) si caricano di significati inediti, divenendo, in maniera sorprendente, una fertile esortazione e un ammaestramento focaio. In uno dei più difficili e disorientanti momenti della storia dell’umanità, questi versi riescono a indicare una rotta sicura a ognuno ed un preciso punto da cui salpare. Lungo questo viaggio, fra intermittenti speranze e timori, la musica deve rimanere sempre al nostro fianco, quale insostituibile equipaggio di rinforzo. L’Orchestra Filarmonica di Torino lo sa bene; e la direzione artistica (Michele Mo, Giampaolo Pretto (nella foto), Gabriele Montanaro) ha la sua personale ricetta vincente. Sulla pagina Facebook dell’OFT prosegue con successo La via d’uscita, un palinsesto musicale in streaming per tutti gli amanti del repertorio sinfonico: registrazioni live di alcuni fra i momenti più emozionanti dei concerti delle ultime stagioni, come sempre al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino. 

Fra i prossimi appuntamenti, venerdì 17 aprile l’esecuzione della splendida Romanza in fa maggiore per violoncello e orchestra di Richard Strauss, nella magistrale interpretazione di un violoncellista d’eccezione come Enrico Dindo, diretto da Giampaolo Pretto. La Romanza è un malioso Andante cantabile dalla pronunciata qualità lirica, scritto nel 1883 per il virtuoso Hans Wihan, che la eseguì per la prima volta insieme all’orchestra di corte di Monaco – la stessa, peraltro, in cui il padre di Strauss suonava il corno.

Il 20 aprile Luca Guglielmo guida la OFT nell’esecuzione del primo movimento della Sinfonia n. 83 in sol minore. Unica sinfonia in tonalità minore – delle sei composte per i concerti promossi dalla loggia massonica “Olympique” di Parigi – deve il suo soprannome, La poule, all’onomatopea del secondo tema dell’Allegro iniziale, ottenuta attraverso rapidi disegni staccati con acciaccature di violini, rinforzati dall’oboe: «il fatto che in una sinfonia in minore risuoni a un certo punto il chiocciare della gallina è indicativo di quello spirito ironico dello Haydn più maturo, incline a intrecciare con superba maestria stile colto e stile ‘popolare’, profondità e leggerezza, tensione intellettuale e piacevolezza dell’intrattenimento» (Cesare Fertonani).

Per concludere, il 22 aprile è la volta della produzione cameristica di Čajkovskij. Dell’impaginato messo a punto da Sergio Lamberto, alla testa degli Archi della OFT, viene selezionato l’Allegro con spirito tratto dal celebre Sestetto per archi in re maggiore op. 70 “Souvenir de Florence”. Un brano solare, travolgente, che omaggia l’adorata città toscana – dove il compositore soggiornò nell’inverno del 1890, impegnato nella stesura de La Dama di picche – ma con carattere melodico smaccatamente russo, fin dalle primissime note: un tema turbinante in re minore. «Spero che questo lavoro incontrerà tutto il vostro gradimento, perché l’ho scritto con molto entusiasmo e senza il minimo sforzo». Così Čajkovskij presentava il brano alla sua mecenate Nadezda von Meck. Così, con il medesimo spirito, la Filarmonica di Torino lo propone al suo pubblico. Può esistere una via d’uscita migliore di questa?

Info: oft.it

Attilio Cantore

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